venerdì 27 gennaio 2012

Giorno della memoria: e se non ci fosse la scuola a ricordare?

Il 20 Luglio del 2000, il Parlamento italiano aderì alla proposta internazionale di voler ricordare, il 27 gennaio di ogni anno, le vittime del nazifascismo e dell'Olocausto.Il testo dell'articolo 1 della legge recita così: 
"La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno  subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati". Oggi è proprio il 27 gennaio, sessantasettesimo anniversario dall’apertura dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, e si celebra per la dodicesima volta in Italia il Giorno della Memoria. Di ritorno da una bellissima e sentita manifestazione a scuola, una delle tante che si celebrano oggi in tutto il Paese da Nord a Sud, mi è venuto in mente questa domanda: " Senza la scuola, senza i tanti docenti che ci credono ancora,quanti ragazzi conoscerebbero il significato di questa giornata? Quanti conserverebbero la memoria di quello che è stato?" Forse tanti, forse pochi, ma io credo che questa nostra tanto disprezzata scuola italiana, possa ancora avere molto da dire.

3 commenti:

  1. Io credo nella scuola, perché credo che ci siano davvero insegnanti che amano quello che fanno, che insegnano davvero. Purtroppo ce ne sono tanti che rovinano il loro lavoro perché non hanno voglia né passione per fare niente.

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  2. Secondo me se ne parla ancora troppo poco!

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