Oggi, 19 marzo, il calendario scolastico della Regione Campania è rosso. Tranquilli, non è per la festa del papà, ma per un motivo che molti non sanno e che è invece, per me, importantissimo sottolineare: la giornata in ricordo di tutte le vittime della mafia. Perchè proprio oggi? Perchè il 19 marzo 1994, alle 7.30 del mattino, veniva ucciso barbaramente un prete "scomodo", un testimone di primo piano nella lotta alla malavita organizzata e alla camorra, Don Peppino Diana. Uomo e prete coraggioso e ostinato, nel 1991 si fa promotore di un attacco diretto contro i clan di Casal di Principe, la sua terra, sottoscrivendo un documento che resterà una traccia indelebile nella lotta contro il crimine organizzato. La sua "guerra" contro la camorra di Francesco "Sandokan" Schiavone ,viene combattuta fino alla fine per una scelta limpida e chiara: "Per amore del mio popolo"," per amore del mio popolo non tacerò". E' questo anche il titolo dello scomodo documento con cui si denunciava lo stato delle terre dell'Agro Aversano sotto il controllo della camorra che lo rese popolare tra tanti, ma che segnò la sua definitiva condanna a morte. Il 19 marzo 1994, alle 7.30 del mattino un killer entra nella sagrestia della Chiesa di San Nicola a Casal di Principe e lo uccide a soli 36 anni. Don Diana viene ucciso il giorno del suo onomastico nella sua chiesa, prima di celebrare messa . I killer lo chiamano per nome perché non lo avevano neanche riconosciuto: "Don Peppe chi è? " Lui si volta e gli sparano addosso. La sua scelta era per i camorristi intollerabile, come intollerabile era per loro il suo essere cristiano. Per lui niente mezze misure, nessuna scelta di comodo perchè non si poteva essere credenti e perdipiù essere preti, senza raccontare, partecipare e cercare di distruggere, il potere criminale che toglieva la vita alla sua terra e alla sua gente.
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