giovedì 14 aprile 2011

Nere svastiche e croci celtiche sui muri della città del grande Faber....e si continua a gettare benzina sul fuoco.

Un detto molto saggio recita:"Non gettare benzina sul fuoco".Qualcuno di buon senso e tanta buona volontà dovrebbe tradurre il significato di questa metafora a molti esponenti di primo piano della Lega nord che, alla luce degli incarichi che rivestono, hanno anche non poche responsabilità. Qualche nome? C'è, ahimè, l'imbarazzo della scelta: da Castelli a Speroni, da Gentilini al tristemente noto Borghezio, fino al Senatur, indiscusso leader, è tutto un fiorire di "perle di saggezza" da far inorridire anche il più corazzato dei rassegnati elettori medi di questo Paese. Con la parte peggiore di questo Paese non si scherza e "scherzare" sulla tragedia dei migranti può costare veramente caro.Ultima in ordine di tempo, è la comparsa di nere e tristemente note svastiche e croci celtiche, accompagnate da scritte eloquenti sui muri dell'edificio che dovrebbe ospitare una sessantina di profughi a Genova.Anche in questo caso la realtà è la solita che spazia dal classico"No agli immigrati",al richiamo della purezza della razza italica (?) di" Italia agli italiani",fino al più esplicito e definitivo" Al rogo", già chiaramente espresso da ministri e eurodeputati.Ci tengo a sottolineare che, nella civilissima Genova che in tanti portiamo nel cuore anche grazie alle immortali canzoni-poesie del grandissimo De Andrè, ci si è "scomodati" per una sessantina di migranti. Sessanta persone e l'intolleranza è scoppiata. Che rifletta la Lega, che riflettano tutti,chi getta benzina sul fuoco, ha solo intenzione di rendere il clima da scontro un pò più aspro per raggranellare voti ma le conseguenze non sono sempre prevedibili.

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